mercoledì 14 novembre 2012

Cani problematici - problemi e soluzioni :)


Chi si interessa di cani sente spesso parlare di "cani problematici".

In realtà, i "cani problematici" sono cani che in determinate situazioni presentano un comportamento indesiderato; possiamo pertanto dire che è il comportamento del cane ad essere un problema, e come ogni problema può presumibilmente essere risolto.

A scuola ci hanno insegnato che per risolvere un problema dobbiamo definire le variabili e la metodologia di risoluzione.

Nel nostro caso dobbiamo considerare le  "variabili comportamentali" del cane che, data una situazione X,  sono:
  • lo stato mentale del cane - spinte motivazionali, emozioni, esperienza…
  • l'ambiente
  • persone, altri cani o animali con cui il cane si relaziona all'interno della situazione
Detto in parole povere, il cane si comporta in modo differente in relazione a dove si trova e alle persone, altri cani o animali con cui viene a contatto.

Ad es. il cane non è "dominante"; può avere un comportamento dominante (lotta ritualizzata per una risorsa) in un determinato momento, luogo e con determinati cani, persone, animali.

"Fido ha sbranato un cane al parco, eppure con i bambini è un angelo"

"Pluto ha morso un nostro ospite a casa, eppure con noi si è sempre comportato benissimo"

Quante volte abbiamo sentito frasi simili, o le abbiamo lette sui giornali?

Sempre più famiglie accolgono un cucciolo, troppo spesso però non ci si rende conto che per vivere bene con un cane, dobbiamo imparare a comunicare comunicare con lui.

Se è vero che ogni cane è da considerarsi a sé stante, è anche vero che questo non deve significare che il comportamento del cane non possa essere in qualche modo interpretato e, almeno in parte, compreso.

Grazie al lavoro di etologi e di studiosi del cane, fra cui Turid Ruugas, nota per il suo studio dei segnali calmanti del cane, abbiamo una serie di linee guida per interpretare il comportamento del cane: quello che viene definito il suo "etogramma".

Ogni comportamento è il risultato di spinte motivazionali, nate dai bisogni del cane, che possono spingere il cane verso la situazione o possono allontanarlo da essa. 

Dal punto di vista psicologico l'istinto predatorio e la dominanza (espressioni di alta autostima) spingono il cane "verso" la situazione, la sottomissione e la paura (espressioni di bassa autostima) spingono il cane "lontano" dalla situazione.

Questo è rappresentato graficamente dalla matrice comportale del cane:


Per risolvere il problema, occorre in primo luogo determinare la direzione della spinta al comportamento di Fido, cioè se si avvicina o si allontana dalla situazione. 

Quando si presenta una sfida il cane, in un ambiente idealmente naturale  e aperto, può adottare una strategia "Fight or Flight", combatti o scappa, molto facile da interpretare.

Spesso però il nostro cane è al guinzaglio, si trova in un ambiente ristretto e la fuga o l'allontanamento non è possibile o poco vantaggioso; il cane può scegliere quindi di combattere, mostrare un atteggiamento "aggressivo", oppure può optare per la negoziazione, cercando di dirottare l'aggressività dell'antagonista e calmarlo; in pratica il cane può mostrare segnali calmanti, di sottomissione, qualcosa di equivalente alla nostra "bandiera bianca".

Attenzione a non confondere l'avvicinamento o l'allontanamento psicologico con quello fisico: un cane può essere aggressivo e attaccare avvicinandosi fisicamente, per "allontanarsi" psicologicamente dalla situazione!

il seguente etogramma ci può dare qualche indicazione su alcuni segnali visivi che il cane può esprimere in una situazione che presenti una sfida:


Con un po' di spirito di osservazione ed esperienza, si può quindi determinare lo stato mentale del cane in una determinata situazione.

Il contesto ambientale, e il comportamento dell'antagonista ci possono dare altre indicazioni:
  • due cani litigano per una ciotola di cibo (dominanza - sottomissione)
  • due cani si incrociano per strada al guinzaglio e mostrano aggressività (territorialità)
  • due cani liberi entrano in contatto e mostrano aggressività (prossemica)
  • il cane rincorre un gatto che scappa (istinto predatorio, del cane - paura, del gatto)
  • il cane abbaia dal giardino alla gente che passa (territorialità)
  • il cane rincorre le biciclette (istinto predatorio)
  • a tavola, il cane abbaia e pretende qualche bocconcino (dominanza)
La territorialità può essere vista come una forma di dominanza, possesso del territorio; le situazioni legate alla difesa dello spazio personale, prossemica (vedi "Il cane e il suo territorio"), sono dettate invece dalla paura.

Una volta determinate le variabili, per risolvere un problema comportamentale possiamo adottare due strategie:
  1. compensare la spinta motivazionale del cane con il suo contrario, in base alla matrice comportamentale
  2. sostituire l'oggetto della spinta motivazionale (programmazione neuro-linguistica)
ad es. il cane è possessivo nei confronti della ciotola del cibo (dominanza) => dare il cibo solo quando è calmo - spingere cioè il cane verso l'accettazione delle regole, la sottomissione, che è il contrario della dominanza

ad es. il cane è aggressivo con altri cani - territorialità del branco => voltarsi, andarsene, mostrare al cane che il "branco" non è con lui - senza branco non c'è territorialità, viene quindi meno l'oggetto della dominanza stessa

ad es. il cane è aggressivo  - paura, aggressività da difesa, prossemica => aumentare l'autostima del cane, stimolare nel cane l'istinto predatorio che è il contrario della paura (un predatore non è preda): giochi come tiro alla fune e rincorrere la pallina sono l'ideale perché permettono di sviluppare il controllo (vedi "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile, capitolo "A che gioco giochiamo?")

ad es. il cane rincorre le biciclette (istinto predatorio) => farlo giocare a rincorrere una pallina a comando - stesso istinto predatorio, sostituzione dell'oggetto e controllo dell'istinto stesso da parte del conduttore

Vale la pena notare che compensare l'istinto predatorio con la paura, il suo contrario, potrebbe non essere una buona strategia:

ad es. il cane insegue un runner nel parco (istinto predatorio) =>  arrabbiati sgridiamo il cane (induciamo paura al cane) => il cane associa la sgridata (la paura) ai runner  => il cane aumenta l'aggressività con i runner 

Vorrei anche sottolineare che per compensare la dominanza dobbiamo agire sulla sottomissione, che vuol dire "rispetto delle regole", offrendo un'alternativa vantaggiosa: se sei calmo, siamo tutti felici e festeggiamo con un buon pasto :)

Agire tramite la paura della punizione (la strada indicata  ad esempio da Freud), significa che il cane non impara, il comportamento resta dominante e l'istinto predatorio diventa paura, cioè avremo un cane aggressivo, pauroso e con bassa autostima. Probabilmente, quando noi non ci saremo (la fonte della paura non è presente), ripeterà il comportamento indesiderato.

Oltretutto, se percorriamo la strada della minaccia della punizione, dobbiamo essere disposti a attuarla, altrimenti il cane non ci prenderà sul serio! 

Siamo veramente disposti a punire in modo significativo il cane? ;)

Ma soprattutto: vogliamo veramente avere un cane pauroso? 

Non dimentichiamoci che la paura, a differenza dell'istinto predatorio, agisce su leve determinate da bisogni di difesa e sopravvivenza, su cui difficilmente abbiamo il controllo.

Con Fiducia, Rispetto e Collaborazione :)

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Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it



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