Sul tema voglio riportare la mia ultima esperienza notturna.
Il mio nucleo familiare (o branco) è composto da un cane, Elsa, golden retriever, da 3 gatti di razza non ben definita e da Andrea, umano meticcio milanese - friulano con qualche derivazione asburgica. Oltre alla sottoscritta, ovviamente.
Per carattere ed educazione, ho sempre creduto giusto trattare i membri della mia variegata squadra secondo il rispetto dovuto alle loro specifiche di razza per cui, prescindendo dall'immenso amore che provo per loro, il cane è un cane, i gatti sono gatti e l'Andrea è l'Andrea.
Questa profonda convinzione ha cominciato a dimostrare delle altrettanto profonde crepe quando mi sono resa conto che, nei confronti del cane, l'Andrea e io ci apostrofavamo come "papà" e "mamma", oppure quando, dopo 2 anni e mezzo di perfetta gestione degli ambienti e degli spazi a ciascuno riservati, il cane, che nel frattempo ha raggiunto il considerevole peso dei 30 kg, ha incominciato a dormire con noi nel lettone, invertendo paradossalmente un cammino che prevederebbe il percorso contrario (lettone - cuccia vicino al lettone - altra stanza).
A questo punto il dubbio mi è parso più che legittimo: sono io che sto rimbecillendo e mi ritrovo a ricoprire atteggiamenti che non ho mai considerato miei o qualcosa nel rapporto umano - non umano è cambiato?
La risposta è arrivata, nella sua semplicità e luminosità, stanotte ed è durata tutta la notte!!!!
In genere il letto, all'ora di coricarsi, si trasforma in un ordinato groviglio di corpi che variano numericamente da un minimo di 2 a un massimo di 5 esseri dormienti.
Esiste una religiosa disposizione delle creature nelle notti di massima affluenza (in genere le più fredde dell'inverno): i 2 umani in posizione verticale (o quasi) alle estremità, il cane in posizione orizzontale acciambellata sul fondo del letto, 1 gatto nel mezzo sopra le coperte e un altro gatto rigorosamente infilato sotto le coperte.
A questo rito si frappongono delle interruzioni dovute al fatto che l'Andrea, per lavoro, si sposta piuttosto di frequente con delle assenze che durano più giorni. La camera da letto in quelle occasioni diventa quindi improvvisamente più ampia e il lettone guadagna uno spazio che solitamente è occupato da un omone alto 1.90 e dal peso proporzionato.
Ebbene, per il primo periodo di dormienza su letto, il cane, anche nei gg di assenza dell'Andrea, ha mantenuto la sua posizione acciambellata orizzontale ai piedi del letto. Anche alcuni momenti di mia estrema coccolite che facevano risalire Elsa verso la zona cuscini rientravano regolarmente quando, dopo essersi fatta ben bene spupazzare, la "cana" ritornava inesorabilmente al suo posto ai piedi del lettone.
Passato un pò di tempo, nelle notti di assenza di Andrea, la posizione di Elsa è cambiata, si è fatta più... "appiccicosa", predilegendo lo schiena a schiena con la sottoscritta ma sempre nella parte medio - bassa del letto.
Ieri notte la folgorazione: l'Andrea in Germania, io a letto relativamente presto perchè il giorno dopo si lavora e la Elsa..... addormentata inesorabilmente su un fianco, muso a muso con la mia faccia, la testa sprofondata nel cuscino dell'Andrea, il respiro pesante e regolare dell'umano addormentato e, ogni tanto, un sospiro o un biascichio di soddisfazione.
E' stata una notte strana dove, ad ogni risveglio notturno mi immaginavo di trovare la faccia dell'Andrea e invece vedevo il muso della Elsa nella stessa identica posizione dell'Andrea e con la sua stessa identica espressione.
Da lì ho capito che un po' ci mettiamo noi del nostro per rendere i nostri amici pelosi il più possibile rassomiglianti a piccoli omini in miniatura, dall'altro il cane, la cui intelligenza non è più messa in discussione da anni (rimane il discorso dell'anima, ma quella è un'altra storia) ha capito che a fronte di modesti ridimensionamenti della sua libertà, può usufruire di indubbi vantaggi e rivendicare con sonore ronfate sul cuscino dell'Andrea la sua "umanità".
Diana Donatoni
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