Nel libro della Genesi viene specificatamente definito questo rapporto: "gli animali sono stati creati per servire l'uomo", Konrad Lorenz nel suo "E l'uomo incontrò il cane" fa invece risalire la relazione uomo-cane alla preistoria, dove più che di servitù si potrebbe parlare di simbiosi, ovvero di associazione fra individui di specie diverse, in modo che dalla vita in comune tutti traggano vantaggio.
Se pensiamo alla caccia in effetti l'uomo e il cane sono assolutamente complementari:
l'uomo ha una postura eretta e una buona vista diurna che gli permette di vedere da lontano, il cane ha un più diretto contatto con il terreno e una buon vista notturna
- il cane ha l'olfatto particolarmente sviluppato l'uomo no
- entrambi hanno un buon udito, ottimo per comunicare a distanza
- Entrambi sono buoni predatori, ma se li uniamo otteniamo una "macchina da caccia" imbattibile!
Anubi non è il solo guardiano dell'aldilà: Garm, cane mostruoso della tradizione germano-scandinava e Cerbero, il famoso cane a tre teste sono tutti guardiani del regno dei morti.
Il cane è considerato da molti e tradizioni come psicopompo, ovvero guida spirituale dell'uomo, al momento del trapasso, nel mondo dell'Aldilà.
Aristotele è stato il primo a classificare i cani in base alla loro specificità anatomica. Per onor di cronaca i cani venivano equiparati agli schiavi e… alle donne! ;)
Le cronache, fra storie e leggenda, ci riportano vari casi di forti relazioni fra un uomo e il suo cane: Peritas, il molosso di Alessandro Magno che lo seguiva nelle battaglie; alla sua morte Alessandro gli dedicò una città in India. Argo, il cane di Ulisse nell'Odissea di Omero, che aspetta il ritorno a casa del padrone per morire.
Il concetto di cane come strumento di lavoro probabilmente va attribuito agli antichi romani che, essendo tipi molto pragmatici, di grande concretezza e senso pratico, avevano classificato i cani in tre categorie:
- da caccia - venatici
- da pastore - pastorales
- da guardia - villatici
Va anche detto che all'epoca dell'antica Roma si è sviluppato il concetto di cane da compagnia: il Bolognese, che non è un pastore, non caccia né tantomeno fa la guardia, pare sia nato in quel periodo.
E' noto che l'Islam non porti in grande considerazione i cani, il Corano parla dei cani come animali sporchi, se si viene leccati da un cane ci si deve lavare per 7 volte, stessa procedura per vestiti e piatti dove si mangia.
Tuttavia i cani sono comunque usati normalmente per il lavoro e talvolta accettati nella vista quotidiana come ad esempio ad esempio il Sasuki, il cane che i Beduini usano per accudire le greggi, che viene tranquillamente accolto nelle tende.
Non tutti i paesi islamici sono però così tolleranti: in Iran è severamente vietato portare a passeggio il cane, pena 30 frustate! :(
Per alcune popolazioni il cane è anche un alimento, in Cina e in Corea è ammesso mangiare carne di cane, ma è un'usanza che va a sparire con le nuove generazioni. Del resto l'Italia è gran consumatrice di carne di cavallo, cosa che fa rabbrividire inglesi, ebrei, americani, indiani e arabi… ;)
Grandi cambiamenti della relazione fra uomo e il cane si sono avuti nel secolo scorso.
Fino alla prima metà del secolo infatti il cane era considerato, molto semplicemente, un "cane", dagli inizi del secolo sul cane ci si è posti delle domande:
- ha un'intelligenza?
- ha un istinto innato?
- ha sentimenti?
Il comportamentismo o "behaviourismmo", pensato da John Watson agli inizi del XX secolo e sviluppato da Burrhus Skinner, propone un approccio opposto: la mente umana (e quindi quella del cane) viene vista come una "scatola nera". Al comportamentista non interessa cosa c'è dentro, ma la relazione fra uno stimolo e una reazione, o, con Skinner, il famoso risposta => rinforzo positivo, banalizzato poi nel (un po' troppo abusato) "bocconcino".
In realtà prima di arrivare ai cani questo metoto è stato prima sperimentato con i cuccioli… umani. Il dottor Benjamin Spock pubblica nel 1946 il famoso libro "Common Sense Book of Baby and Child Care", ovvero "il senso comune della cura di bambini e ragazzi", dove propone un metodo allora innovativo e rivoluzionario: i bambini non vanno puniti, ma solo ricompensati quando fanno qualcosa di buono (rinforzo positivo). Anche se il dottor Spock (da Wikipedia) "a seguito della verifica degli effetti devastanti del permissivismo a oltranza nello sviluppo dei bambini, indusse Spock a rivedere drasticamente la propria tesi", va detto che il comportamentismo ha spazzato via i metodi punìtivi di cui si è spesso abusato in passato.
Purtroppo il comportamentismo odierno tende a considerare il cane come una "macchina" programmabile tramite mezzi artificiosi come il famoso "bocconcino" e la relazione con il "migliore amico dell'uomo" si è sempre fatta più astratta, al punto che il rinforzo positivo viene affidato a uno strumento meccanico, il "clicker".
E' arrivato il tempo per un nuovo modo di considerare il cane, e questo non può che partire dalla relazione che da tanto tempo ci lega con questo straordinario animale.
Concludo questa panoramica della relazione col cane nella storia con un’antica leggenda degli indiani Navajo:
"Dopo la creazione del mondo, il Grande Spirito separò gli animali dall’uomo disegnando una linea sulla sabbia che sarebbe poi diventata una catena montuosa. Il cane però saltò dall’altra parte decidendo di vivere con la creatura che amava di più: l’uomo". :))
Con Fiducia, Rispetto e Collaborazione :)
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