domenica 18 novembre 2012

Collare o non collare? Questo è il problema?

Quante volte avete sentito la frase:

"Al mio cane manca solo la parola!"

In realtà, quel cane la "parola" ce l'ha, ma spesso siamo noi a non capirla ;)

Comunicare col cane significa usare canali comunicativi diversi dai nostri: il cane non parla "italiano".

La comunicazione umana non è comunque  limitata ala parola: nella seduzione, ad esempio, l'olfatto gioca un ruolo importante. Il ricorso a profumi pare stimoli ricordi ancestrali, di quando l'uomo raccoglieva frutti e bacche nella savana. 

Chi ha amici e colleghi fuori dall'Italia spesso si sente un po' prendere in giro perché si dice che gli italiani parlano gesticolando. Una nota barzelletta recita:

"Come si fa a far star zitto un italiano? … Gli si legano le mani!" :))

Ma non solo gli italiani parlano con i gesti. Anche se in modo più discreto, il linguaggio non verbale costituisce circa l'80% della comunicazione effettiva.

La stretta di mano che usiamo quando incontriamo qualcuno, la pacca sulla spalla per congratularci, l'abbraccio, il bacio, il tocco sulla spalla per attirare l'attenzione di qualcuno un po' distratto, sono tutti esempi di comunicazione attraverso il tatto.

Un altro esempio dell'uso del tatto per comunicare è quando una mamma tiene per mano un bambino.

Tenere per mano un bambino significa per la mamma:

essere sicuri che il bambino è lì
sentire se il bambino è calmo o agitato
poter avvisare il bambino di cambi di direzione o di eventuali pericoli

Essere tenuto per mano significa per il bambino:

essere sicuri che la mamma è lì
potersi guardare in giro senza preoccuparsi di dove andare
essere al sicuro dei pericoli

Quindi il bambino deve sempre essere tenuto per mano?

Assolutamente no! Al parco, dove il bambino è ragionevolmente al sicuro, lo lasciamo correre e divertirsi insieme ai suoi amici; se siamo su un sentiero in campagna, lo lasciamo andare avanti e indietro finché non si stanca e probabilmente si mette al nostro fianco e ci tende la mano.

Essere tenuti per mano per il bambino è meno stressante che essere libero.

Non è difficile fare gli stessi ragionamenti parlando di cani, l'unica differenza è che anziché tenerlo per mano, usiamo il guinzaglio.

Tenere un cane al guinzaglio è come tenere per mano un bambino.

Se siamo in campagna o al parco, possiamo lasciare libero Fido, o possiamo usare un guinzaglio lungo e una pettorina, in modo che possa tranquillamente annusare e esplorare qua e là.

Se siamo su un affollato marciapiede cittadino, il guinzaglio e un collare rappresentano un prezioso strumento di comunicazione: possono esserci tanti forti rumori, tanti stimoli visivi, tanti odori interessanti, ma possiamo sempre comunicare col cane "toccandogli la spalla" per attirare la sua attenzione e ottenere un contatto visivo.

Il collare è in questi giorni oggetto di forti critiche; si dice che il collare strangola il cane, che inibisce la comunicazione stessa fra cani, ma non usare il collare significa rinunciare a un importante canale comunicativo.

L'importante è naturalmente usare guinzaglio e collare per comunicare e non per "costringere" il cane; è importante sviluppare col cane una relazione in fondo non tanto diversa da quella che la mamma ha con il bambino, una relazione basata su fiducia, rispetto e collaborazione, che non a caso sono le basi de "Il guinzaglio invisibile". :)

Con rispetto, fiducia e collaborazione.

Scarica gratuitamente i podcast del "Guinzaglio invisibile"!


Sito web "il guinzaglio invisibile"
email: info@ilguinzaglioinvisibile.it

Il libro "Dog 3.0 - il guinzaglio invisibile" è disponibile su Amazon.it


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