venerdì 25 gennaio 2013

Dominanza, gerarchia, leadership nei branchi di cani? Sì, ma con flessibilità!

Parliamoci chiaro, a noi cinofili piace discutere, e ci piace lanciarci in interminabili diatribe sui diversi modi di intendere "il cane".

Fra i temi più dibattuti, dopo naturalmente l'epico "collare o pettorina", spiccano la "dominanza" e la "gerarchia", spesso confuse fra di loro, e naturalmente "capobranco".


La dominanza in etologia è lotta ritualizzata per il possesso di una specifica risorsa in un determinato momento, che può essere la ciotola del cibo, una pallina, una femmina o altro. La dominanza è una forma rituale, non implica aggressività, anzi: la dominanza serve proprio per evitare l'aggressività all'interno di un contesto sociale; serve a non farsi male.

Da notare che un individuo del branco può essere dominante nei confronti di un altro riguardo ad esempio al cibo, ed essergli sottomesso per una pallina.

Dominanza e sottomissione non sono fissi, sono flessibili e vengono adattate secondo le necessità.

La gerarchia è il modo di organizzarsi di una società. Gli umani preistorici avevano il clan, gruppo sociale monofamiliare gestito dall'anziano della famiglia, e la tribù, plurifamiliare, dove il capo veniva eletto tipicamente da un consiglio di anziani.

La cosa sorprendente è che gli studi di Mech e Bonanni rilevano lo stesso modo di organizzarsi in clan e tribù nei branchi di lupi e di cani randagi!

Il branco naturale di lupi studiato da Mech è un branco unifamiliare, la leadership è della coppia di genitori o nonni. Nei branchi più grandi, ibridi o artificiali, cioè creati dall'uomo, la leadership viene gestita da una o più coppie o individui che letteralmente si danno il cambio e si aiutano nella gestione a seconda della necessità.

In pratica il leader o i diversi leader, vengono "eletti" dal branco, perché riconosciuti migliori a gestire  determinate attività.

Una curiosità: nei branchi di cani selvaggi africani la leadership dura in media due o tre anni. Se il leader è stato bravo, alla fine del mandato va letteralmente "in pensione" all'ultimo posto nella scala gerarchica; se è stato troppo tiranno, viene ucciso... ammettiamolo, forse ci piacerebbe fare così anche con i nostri politici? ;)

L'ordine interno dei branchi di lupi e cani è gestito tramite gerarchia, i ruoli sono chiari e, come riportano Bonanni e Mech, difficilmente sono occasione di scontri cruenti; il meccanismo dominanza - sottomissione permette di gestire le piccole diatribe fra elementi del branco senza particolari problemi né incidenti.

Se consideriamo il branco costituito dalla famiglia umana e uno o più cani o altri animali, possiamo considerarlo come i branchi artificiali dei lupi di Mech, o quelli dei cani randagi di Bonanni, dove uno o più individui vengono riconosciuti leader e gestiscono l'attività della famiglia.

Non vi piace la parola "capobranco"? Ok, possiamo chiamarli... "mamma e papà"! ;)

Per quanto mi riguarda, il mio cane può anche rivolgersi a me con "bella zio!", l'importante è che la nostra relazione sia basata sulla fiducia e sul rispetto.

Non capisco come sia possibile, alla luce dei più recenti studi, e spesso citandoli in maniera incorretta, negare la stessa esistenza della dominanza, della gerarchia e della leadership all'interno dei branchi di lupi e di cani… per non parlare di chi nega l'esistenza stessa dei branchi di cani!

Personalmente ritengo che le migliori chiavi di lettura siano rappresentate dalla flessibilità e dall'adattabilità che contraddistinguono sia i cani sia gli uomini, che hanno reso possibile l'evoluzione delle nostre specie. 

L'evoluzione nasce infatti dalla continua risposta agli stimoli dell'ambiente e all'adattamento alle nuove scoperte e idee.

Al contrario la rigidità e l'ottusità sono un grande freno al sapere e, in termini evoluzionistici, alla vita stessa.

Con fiducia, rispetto e collaborazione.

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